Perdite urinarie e cattivo odore: lo sento e mi sento a disagio
È una delle principali fonti di imbarazzo per chi soffre di perdite urinarie. Ne condiziona la vita sociale, i rapporti affettivi, i comportamenti in pubblico. Ma liberarsi del cattivo odore dovuto alle perdite urinarie è possibile: proviamo a vedere come.
Una giornata di sole al parco, un pomeriggio al cinema con il partner, una cena di lavoro con i colleghi: attimi di serenità che, per chi soffre di perdite urinarie, diventano spesso ricordi lontani o, ancora peggio, trappole da evitare. Perché la paura che il cattivo odore ci catapulti al centro dell’attenzione è troppo forte da affrontare da soli: per questo la parola d’ordine per rinascere è “aprirsi”.
Meglio un esame oggi
Prima di tutto, parlarne con il proprio medico. Il cattivo odore è dovuto all’ambiente umido creato dalle perdite urinarie, habitat ideale per la proliferazione di batteri. In più la vicinanza anatomica tra sbocco uretrale e vagina non facilita la prevenzione, favorendo l’interscambio tra germi provenienti da entrambi gli apparati, urinario e genitale. Per questo il cattivo odore, unito alla presenza di secrezioni o di bruciore, può essere sintomo di un’infezione delle vie urinare o di una vaginite. In questo caso è utile svolgere alcuni semplici esami di rito, esame delle urine con urocoltura e tampone vaginale, per verificare la presenza di germi e impostare la terapia antibiotica: spesso basta qualche giorno per veder scomparire ogni sintomo.
Quando però le perdite urinarie riguardano donne molto giovani e sono associate a perdite vaginali è prudente escludere immediatamente la presenza di una fistola, ovvero di un collegamento patologico tra basse vie urinarie e vagina.
Mai più segreti
Parlane con chi ti sta vicino: condividere le proprie paure è il modo più sincero per spiegare alcuni comportamenti di vergogna e chiusura, e acquisire una nuova consapevolezza per superarli. Il problema delle perdite urinarie e del cattivo odore non è risolvibile solo con lavaggi intimi e continui cambi di biancheria.
Ma le terapie mediche e lo sviluppo tecnologico nel settore degli ausili per incontinenza offrono un rimedio: il mercato offre infatti prodotti innovativi per materiali, vestibilità, assorbenza e traspirabilità. E soprattutto provvisti di sistema di controllo degli odori da perdite urinarie di ultima generazione: per offrirti una vita libera e serena, proprio come quella che desideri tu.
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Incontinenza femminile e infezioni urinarie: quando la vicinanza non è un bene
L’anatomia femminile è un modello di bellezza ed efficienza inarrivabile, ma non sempre perfetto: talvolta rende la donna più esposta dell’uomo ad attacchi esterni, specialmente nell’apparato genitale e urinario dove vagina e uretra sono così vicine. Ecco perché è utile sapere qualcosa in più sulle infezioni urinarie femminili.
Le infezioni urinarie sono tra le principali cause della comparsa di incontinenza o bruciore: sapere come le infezioni urinarie si manifestano, a cosa sono dovute e come combatterle in modo efficace è fondamentale per affrontarle con serenità ed evitare complicazioni.
Più donne che uomini
La maggiore predisposizione femminile ad accusare perdite di urina non si può imputare solo alla debolezza dello “sfintere striato”, unico muscolo responsabile del meccanismo di controllo della minzione nella donna; la vicinanza tra la vagina e lo sbocco dell’uretra, unita alla lunghezza ridotta di quest’ultima, favoriscono la migrazione di batteri nelle vie urinarie e quindi lo sviluppo di infezioni urinarie.
Anche le adolescenti soffrono di infezioni urinarie; la percentuale cresce fino ad arrivare alla terza età, dove le differenze tra i due sessi scompaiono a causa delle frequenti problematiche maschili legate a patologie prostatiche.
C’è invezione e invezione
Si possono distinguere tre tipologie di infezione urinarie, che variano per frequenza e gravità. Una delle più diffuse e meno gravi è l’uretrite, infiammazione che riguarda l’ultimo tratto delle vie urinarie. Nel caso i batteri risalgano fino alla vescica, è possibile che scatenino una cistite: può essere collegata a manovre mediche invasive (ad esempio il posizionamento di un catetere), a un periodo di stress o ad un recente rapporto sessuale. Le infezioni urinarie più gravi però si manifestano quando i batteri migrano fino a raggiungere i reni: la pielonefrite necessita una terapia mirata e immediata, al contrario di uretrite e cistite che possono svanire da sole o in seguito a cure antibiotiche.
Sento un bruciore .. anzi no
Non tutte le infezioni urinarie presentano sintomi evidenti. Mentre il bruciore durante la minzione, la difficoltà ad urinare, le tracce di sangue nell’urina, l’odore forte della stessa e l’incontinenza sono segnali inequivocabili di una possibile infezione in atto, quelle asintomatiche vengono scoperte spesso per caso, e necessitano di qualche semplice attenzione che ne agevoli la scomparsa (un’adeguata idratazione, l’uso di disinfettanti urinari specifici, alimenti che acidificano il pH delle urine come il succo di mirtillo).
Il passo successivo è la terapia antibiotica, accompagnata da esami più approfonditi in caso di infezioni urinarie ripetute e in presenza di una gravidanza. In questo caso è la parola del medico che fa fede: con le giuste domande, l’esame delle urine e l’urocultura (un esame che richiede di disporre di un campione di urina raccolto in un contenitore sterile) avrà gli strumenti necessari per curare la patologia con successo o, in caso di infezioni urinarie particolarmente gravi o frequenti, invitare a consultare uno specialista.
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Incontinenza e ginnastica pelvica: serenità a corpo libero
Le cause dell’incontinenza urinaria sono tante; i gesti per prevenirla, molti meno. È sufficiente svolgere qualche piccolo esercizio quotidiano di ginnastica pelvica per rinforzare la muscolatura pelvica e ridurre al minimo i rischi di perdite: abbiamo raccolto gli esercizi di ginnastica pelvica più efficaci, per voi.
Il rilassamento della muscolatura del pavimento pelvico, ossia di quell’insieme di fasce muscolari che si estende tra vagina e ano e che chiude l’addome nella sua parte inferiore, è una delle prime cause di incontinenza urinaria. Si presenta in molte donne e le cause sono: una o più gravidanze (in particolar modo il parto per via naturale), alterazioni ormonali portate dalla menopausa, obesità, neuropatie, traumi, interventi chirurgici oppure semplice predisposizione.
Senza contare il naturale prolasso di organi quali vescica, utero e intestino a cui si va incontro in età avanzata. La buona notizia? Basta qualche semplice esercizio quotidiano di ginnastica pelvica per mantenere la giusta tonicità ed elasticità muscolare, e prevenire gran parte dei rischi di perdite di urina.
Un po’dottore, un po’coach
I consigli migliori in tema di ginnastica pelvica sono quelli del medico specialista: ginecologi, ostetriche, urologi e sessuologi conoscono perfettamente le dinamiche di usura e cedimento del pavimento pelvico, e possono fornire schede personalizzate a seconda del quadro clinico. Tendenzialmente, l’allenamento e la ginnastica che danno i migliori frutti sono quelli che inizia prima: più il prolasso è in stadio avanzato e le perdite intense, più è difficile recuperare una buona tonicità. Per questo è importante iniziare la ginnastica pelvica preventiva fin da giovani, specialmente se si pratica sport a livello agonistico.
La regola delle “3R”
La riabilitazione del pavimento pelvico tramite ginnastica pelvica comprende una prima fase di esercizi di contrazione e rilascio che si svolgono in tre fasi:
1) Riconoscere i muscoli da contrarre
2) Rinforzarli
3) Ripetere il potenziamento
Per riconoscere i muscoli coinvolti nella minzione, un buon trucco consiste nel trattenere per qualche istante le urine al momento dello stimolo, così da capire quali sono i muscoli contratti ed essere in grado di ripetere l’esercizio di ginnastica pelvica più volte al giorno.